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mercoledì 14 settembre 2011

Just women, mothers, and grandmothers.


We Grandmothers are constantly roaming the world for son, daughter, grandchild the dictatorship stole from us”.

Las Madres de Plaza de Mayo (Foto: El Paìs.com)
Oggi è stato assegnato un premio intrecciato alla nostra Storia anche se in Italia non se ne parla molto, così concentrati a manovrare. Io preferisco traslare il centro su quei punti che per me sono importanti, che raccontano una tragedia ma al contempo ti trasmettono speranza, coraggio; ti rammentano per cosa vale la pena di lottare nella vita, ossia la vita stessa, la tutela dei diritti umani. Ti riportano all'etica, alla morale, alle ideologie, ingredienti che non si trovano più nei supermercati qui intorno...e non sono neanche in stock. Ti fanno piangere dall'ammirazione. Mi fermo. 

Un sentito abbraccio a Estela Carlotto e a tutte le nonne di Plaza de Mayo che hanno ricevuto oggi dall'UNESCO il Premio Félix Houphouët-Boigny. Riconoscimento, questo, per la lotta che hanno intrapreso più di trent'anni fa per difendere i diritti dell'uomo, la giustizia e la pace. Mi viene in mente il film Garage Olimpo di Marco Bechis. Parliamo della repressione politica che ha infettato l'argentina negli anni '70 durante la dittatura militare. Parliamo di Desaparecidos, come il nipote di Estela. La figlia Laura, rapita nel novembre del 1977, ha partorito durante il periodo di detenzione all'Ospedale militare di Buenos Aires. Il 25 agosto 1978 il cadavere di Laura viene restituito alla madre ma il bambino, il nipote di Estela è scomparso. Estela ha cominciato a cercarlo e non ha più smesso. Nel cammino non si è ritrovata sola: oltre alla sua famiglia, altre persone si sono unite e poi associate in "Las Madres de Plaza de Mayo" per continuare la ricerca dei figli e nipoti scomparsi e per non abbandonare la speranza. “We are not heroines, we're not different. We're just women, mothers, and grandmothers” (dichiarazione di Estela Carlotto durante l'assegnazione del premio). 

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